venerdì 26 Aprile 2024
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Superbonus: siamo alla vigilia di un disastro sociale ed economico senza precedenti

“Ci siamo rivolti al Presidente della Repubblica per supplicarlo di intervenire urgentemente a mitigare l’ineluttabile disastro che si sta commettendo a danno di tutti gli esodati del Superbonus. Abbiamo spiegato al Presidente la situazione di migliaia di cittadini che hanno eseguito opere e assunto impegni finanziando lavori e attività, secondo il legittimo affidamento, come del resto garantito per legge e che reiterate variazioni hanno di fatto costruito una trappola per topi trasformandoci in vittime sacrificabili”.

Queste le parole di Domenico Passarella, vice presidente dell’Associazione Esodati del Superbonus, in riferimento alla situazione che sta vivendo l’intero comparto dell’edilizia formato da contribuenti, tecnici e imprese, a seguito del blocco del meccanismo di cessione del credito.

“Le motivazioni addotte per le modifiche che hanno bloccato la cessione dei crediti fiscali – prosegue Passarella – sono pretestuose, sia quella dell’incremento del debito, che, ciecamente, non considera l’incremento del PIL né l’incremento del gettito fiscale (ben documentato dallo stesso MEF, ex multis comunicato stampa n. 34 del 6/03/2023 e comunicato stampa n. 42 del 15/03/2023, dei numerosi studi, Nomisma, Cresme, Censis, Luiss, London business school, Consiglio nazionale dell’ordine dei commercialisti etc.), né le sbandierate truffe che non riguardano le misure del Superbonus 110%, ma quasi esclusivamente il bonus facciate, per colposa mancanza di sistemi di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate (sistemi che invece per il cosiddetto Superbonus 110 sono state efficaci)”.

“Siamo alla vigilia di un disastro sociale ed economico senza precedenti – conclude Passarella – Oggi sarà approvata, secondo le informazioni in nostro possesso, una storpiatura emendativa che quasi sicuramente sancirà la perdita dei crediti 2023, per spese sostenute al 31/12/2022, nella disponibilità di committenti, rendendo impossibile la remissione in bonis di tali crediti tra soggetti privati e quindi eliminando un’ulteriore possibilità di monetizzare i crediti, precedentemente disponibile, eliminando deliberatamente possibili soluzioni all’attuale gravissima crisi senza prevedere nulla per far ripartire il mercato delle cessioni. Un vero colpo basso a danno dei più deboli. Abbiamo fatto appello all’amor civile e di Patria del Presidente sperando che abbia a cuore il destino di migliaia di cittadini onesti che hanno l’unica colpa di essersi fidati dello Stato”.

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