Il Decreto Infrastrutture (D.L. 21 maggio 2025, n. 73) è attualmente all’esame delle Commissioni VIII (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) e IX (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) della Camera. Proseguono le audizioni parlamentari, ultima in ordine di tempo quella del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), che ha offerto un contributo specialistico su diversi articoli del provvedimento, con particolare attenzione al tema della revisione prezzi, alle modalità di governance tecnica e all’efficientamento della capacità amministrativa.
A rappresentare il CNI è stato Sandro Catta, Consigliere con delega ai Lavori Pubblici, al BIM e all’Ingegneria Aeroportuale. Il documento tecnico presentato dal Consiglio evidenzia la centralità della figura dell’ingegnere nella pianificazione, progettazione e gestione delle opere pubbliche, sottolineando l’apporto scientifico e operativo della categoria.
Sul nodo del collegamento stabile Sicilia-Calabria (art. 1), il CNI ha ribadito la fattibilità tecnico-ingegneristica del Ponte sullo Stretto di Messina, sottolineandone la valenza strategica per la connettività euro-mediterranea. A tale scopo, è stato istituito un Gruppo di Lavoro dedicato, coordinato dal prof. Edoardo Cosenza, con il compito di fornire supporto specialistico, monitorare gli sviluppi progettuali e favorire l’integrazione con le infrastrutture ferroviarie e stradali connesse.
In materia di adeguamento prezzi (art. 1, comma 1), il CNI ha espresso un giudizio positivo, in quanto coerente con le recenti evoluzioni normative che rispondono all’instabilità del mercato delle materie prime. Tuttavia, ha sollevato perplessità in merito alla riduzione del 50% delle tariffe professionali per i componenti dei Collegi Consultivi Tecnici, giudicata inadeguata rispetto alla complessità delle responsabilità assunte.
Apprezzamento è stato inoltre espresso per l’estensione degli incentivi tecnici ai dirigenti pubblici (art. 2) e per l’introduzione dell’Indice di Affollamento (art. 3) come parametro oggettivo nella classificazione sismica degli edifici, superando incertezze interpretative nelle applicazioni delle NTC. Il CNI ha tuttavia sollecitato un approccio normativo più sistemico e meno frammentario.
In riferimento all’art. 8, il Consiglio ha espresso riserve sull’ipotesi implicita di istituire un “soggetto pubblico di progettazione”, ritenendola superata rispetto al contesto tecnico e normativo attuale. L’invito è a potenziare le competenze gestionali all’interno della società RAM S.p.A., privilegiando profili di RUP e project manager ad alta specializzazione.
Infine, sul tema della revisione prezzi (art. 9), è stata segnalata l’assenza di pubblicazione degli indici ISTAT di riferimento, indispensabili per rendere effettiva e omogenea l’applicazione della revisione nei cantieri, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 36/2023, art. 60, comma 4-bis.
Permangono tuttavia del decreto, numerose criticità cui ora le Commissioni dovranno tentare di porre rimedio, una volta completate le audizioni.
L’introduzione retroattiva di prezzari in diminuzione, in particolare costringerebbero le imprese a riaprire contabilità già chiuse, generando gravi distorsioni applicative e possibili contenziosi. Tra le proposte in esame, una riduzione eventualmente limitata ai singoli prezzi dello stato avanzamento lavori (SAL), senza incidere sull’importo complessivo, che deve restare ancorato ai valori contrattuali iniziali.
Altro nodo critico concerne i cosiddetti “contratti esodati”, che da più parti si chiede di escludere dalla nuova disciplina sulla revisione prezzi introdotta dal Codice Appalti (art. 60), in favore del mantenimento del meccanismo speciale previsto dall’art. 26 del Decreto Aiuti.
Preoccupazione anche per l’esclusione, dal decreto, degli interventi finanziati tramite il FOI (Fondo per l’Opere Indifferibili). Tale esclusione, interpretata in modo restrittivo da molte stazioni appaltanti, sta bloccando oltre 5.000 cantieri, con 22 miliardi di euro di investimenti a rischio. Un intervento chiarificatore potrebbe allargare l’applicazione dell’art. 26 anche agli appalti FOI, limitando l’esclusione alle lavorazioni già contabilizzate nell’anno di accesso al fondo.
Infine, sul tema del regime transitorio dei Certificati di Esecuzione dei Lavori (CEL) in caso di subappalto, si è discusso del ruolo dell’appaltatore nella corretta esecuzione complessiva dell’appalto e nella gestione tecnico-amministrativa delle attività subappaltate.
I dibattiti e le audizioni in Commissione stanno evidenziando ulteriormente quello che, da anni, rimane un forte auspicio di federcepicostruzioni: la necessità di una regolazione normativa stabile, coerente e tecnicamente fondata. Sia sul versante progettuale che su quello esecutivo, con una maggiore chiarezza applicativa, una valorizzazione delle competenze specialistiche e una conseguente riduzione del rischio contenzioso. L’evoluzione normativa resta, quindi, un elemento decisivo per garantire continuità, qualità e sostenibilità nella realizzazione delle infrastrutture strategiche del Paese.
Decreto Infrastrutture, dibattito in Commissione su prezzi, progettazione e governance tecnica
