Il Mezzogiorno continua a restare indietro: Campania e Calabria sono le regioni con la situazione più allarmante. Secondo l’elaborazione dell’Ufficio Studi Federcepicostruzioni su dati Eurostat 2024, il tasso medio di occupazione in Italia si attesta al 67,1%, ma con fortissime disparità territoriali: le regioni del Nord superano ampiamente il 75%, mentre quelle del Sud non raggiungono in media il 55%.
Campania e Calabria le regioni con la peggiore situazione: la prima, con un tasso di occupazione del 49,4%, è penultima in Italia, seguita dalla Calabria (48,5%). Sicilia (50,7%), Puglia (55,3%), Basilicata (60,4%) e Sardegna (61,7%) completano un quadro di grave difficoltà economica e occupazionale cui, pare, finanche il PNRR in corso di attuazione non hanno posto efficacemente rimedio (come pure era negli obiettivi del Piano).
Al contrario, regioni come Trentino-Alto Adige (78,4%), Valle d’Aosta (77,6%), Toscana (76,1%), Emilia-Romagna e Veneto (75,6%) si collocano ben al di sopra della media europea (75,8%).
«Il divario Nord-Sud si conferma e si aggrava: il Mezzogiorno resta prigioniero di una cronica carenza infrastrutturale che penalizza gli investimenti, limita la crescita e disincentiva l’occupazione» dichiara Antonio Lombardi, presidente nazionale di Federcepicostruzioni.
«Per rilanciare l’economia del Sud servono politiche specifiche e continuative, non interventi spot. È necessario un grande piano nazionale per le infrastrutture materiali e digitali, con priorità alle reti viarie, ferroviarie, energetiche e logistiche, capace di garantire pari opportunità di sviluppo e lavoro a tutto il Paese».
Secondo Federcepicostruzioni, l’efficacia delle misure del PNRR e dei fondi strutturali europei rischia di essere compromessa da ritardi nella progettazione e nella realizzazione delle opere, soprattutto nelle regioni meridionali. La redistribuzione delle risorse e le rinegoziazioni paiono configurare ulteriori penalizzazioni per il Mezzogiorno.
Federcepicostruzioni chiede un coordinamento operativo nazionale e strumenti che favoriscano la partecipazione delle imprese locali al processo di modernizzazione del territorio, stimolando così l’occupazione e l’innovazione.
«Non possiamo accettare che un cittadino del Sud valga meno di uno del Nord e fruisca di meno opportunità – conclude Lombardi –. Il rilancio del settore delle costruzioni nel Mezzogiorno è la chiave per ridurre le disuguaglianze e restituire fiducia nel futuro. L’Italia potrà crescere davvero solo se nessun territorio resterà indietro».