sabato 13 Settembre 2025
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Pagamenti nelle costruzioni: cresce la puntualità nel 2025, ma il Sud resta indietro

CRIBIS: migliora l’affidabilità delle imprese italiane nei pagamenti commerciali. Le costruzioni tra i settori in ripresa.

Nel secondo trimestre del 2025, le imprese italiane segnano un passo avanti significativo nella puntualità dei pagamenti commerciali. Secondo lo Studio Pagamenti pubblicato da CRIBIS (Gruppo CRIF), aggiornato al 30 giugno, il 44% delle aziende ha rispettato i termini concordati con i fornitori, in lieve ma solida crescita rispetto al 43,3% dello stesso periodo del 2024. Un dato che riflette una progressiva maturazione della gestione finanziaria, soprattutto in settori ad alta intensità di filiera come quello delle costruzioni.

Costruzioni: segnali positivi in un comparto sotto pressione

Il comparto edile, storicamente soggetto a ritardi nei flussi di cassa, mostra una tendenza positiva: la puntualità nei pagamenti è in miglioramento, trainata da una maggiore attenzione alla gestione del capitale circolante e dall’effetto stabilizzante dei cantieri legati al PNRR. Sebbene lo studio non indichi dati disaggregati per sotto-settore edilizio, viene segnalato un miglioramento generalizzato anche nella GDO e appunto nelle costruzioni, due filiere note per la complessità e la frammentazione dei subappalti.

Tempi medi di pagamento: 66 giorni. Migliora la puntualità, calano i ritardi gravi

Nel panorama complessivo, i tempi medi di pagamento si attestano a 66 giorni, in linea con gli standard nazionali del B2B. Più rilevante è il calo dei ritardi gravi, ossia superiori ai 90 giorni: si passa dal 5% del secondo trimestre 2024 al 4,3% nel 2025. Una dinamica che, in ambito edile, potrebbe riflettere l’adozione crescente di strumenti digitali di controllo finanziario e la centralità del tema liquidità nei cicli di progetto.

Nord Est locomotiva dell’affidabilità: oltre il 54% paga puntualmente

L’analisi territoriale mostra un’Italia a due velocità. Il Nord Est guida la classifica con un tasso di puntualità pari al 54,1%, seguito dal Nord Ovest (51,7%) e dal Centro (42,4%). In forte ritardo il Mezzogiorno e le Isole, dove solo il 34,1% delle imprese paga entro i termini stabiliti. A livello regionale, spiccano Veneto (55,8%), Lombardia (55,5%) ed Emilia-Romagna (53,9%), regioni che coincidono con distretti a forte presenza manifatturiera e infrastrutturale. In fondo alla graduatoria figurano Calabria e Sicilia, entrambe ferme al 28,6%.

Microimprese: più puntuali, ma più vulnerabili

Dal punto di vista dimensionale, le microimprese si confermano le più puntuali nei pagamenti (44,8%), grazie a una struttura decisionale più agile. Tuttavia, restano esposte a shock finanziari: i ritardi gravi (oltre i 90 giorni) si attestano al 4,9%, segnale di una resilienza ancora fragile in contesti instabili. Al contrario, le grandi aziende mostrano una minore puntualità, ma maggiore solidità: i ritardi gravi si fermano all’1,3%, grazie a una gestione più strutturata del credito commerciale.

Il commento: resilienza sotto stress

Marco Preti, AD di CRIBIS, sottolinea:

“In un contesto globale ancora segnato da instabilità economica e geopolitica, il miglioramento della puntualità nei pagamenti è un segnale di resilienza e maturità gestionale. Tuttavia, l’incertezza rimane alta: la pressione esercitata da possibili nuovi dazi statunitensi e la volatilità dei costi energetici potrebbero invertire la tendenza nei prossimi trimestri.”

Conclusioni per il settore edile

Per i professionisti dell’edilizia, questi dati rappresentano un importante indicatore della salute finanziaria della filiera. Una maggiore puntualità nei pagamenti si traduce in migliore liquidità di cantiere, riduzione dei rischi di fermo lavori, e maggiori margini di pianificazione per imprese generali, subappaltatori e fornitori di materiali. Tuttavia, persistono criticità strutturali al Sud e tra le microimprese, che richiedono attenzione, soprattutto in un momento in cui l’intero comparto si confronta con la transizione digitale, le scadenze del PNRR e l’instabilità geopolitica.

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