La revisione dei prezzi nei contratti pubblici rappresenta un meccanismo fondamentale per garantire l’equilibrio economico-finanziario delle imprese esecutrici, in un contesto caratterizzato da volatilità dei costi delle materie prime. La recente evoluzione normativa ha introdotto significative innovazioni per snellire le procedure compensative e renderle più aderenti alle dinamiche di mercato.
2. Evoluzione del quadro normativo: dal Decreto Aiuti al Correttivo Appalti
A seguito degli shock macroeconomici generati dal conflitto russo-ucraino e da altre tensioni geopolitiche, il legislatore è intervenuto con una serie di misure correttive per fronteggiare l’aumento dei costi nel comparto delle costruzioni pubbliche. Già con il Decreto Aiuti (2022), erano stati stanziati 11 miliardi di euro (con copertura fino al 2026) per alimentare il Fondo per l’adeguamento dei prezzi.
Successivamente, il Correttivo al nuovo Codice dei Contratti Pubblici, in vigore dal 31 dicembre 2024, ha introdotto un sistema automatico di revisione prezzi, finalizzato ad accelerare le compensazioni in fase esecutiva dei contratti.
3. Il meccanismo automatico di revisione introdotto dal Correttivo
Nei contratti di lavori pubblici – sia di nuova costruzione che di manutenzione ordinaria o straordinaria – è ora prevista l’attivazione automatica della clausola di revisione prezzi, qualora la variazione del costo dell’opera superi la soglia del ±3% rispetto al prezzo contrattuale al momento dell’aggiudicazione.
In tali casi, l’appaltatore ha diritto a un adeguamento pari al 90% della variazione eccedente tale soglia, senza necessità di rinegoziare il contratto o attivare procedimenti straordinari.
Per i contratti di servizi, la disciplina resta invariata: la revisione scatta oltre il ±5% e opera nella misura dell’80% dell’eccedenza.
4. Procedure e ruolo del MIT
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) continua a svolgere un ruolo centrale nella definizione dei coefficienti di compensazione. Le imprese trasmettono le richieste alle stazioni appaltanti, le quali provvedono al successivo inoltro al MIT. Quest’ultimo, una volta validata la richiesta, eroga le risorse che le stazioni appaltanti devono trasferire agli operatori economici beneficiari.
A gennaio 2025, il MIT ha rivisto e aggiornato le stime di aumento dei prezzi, a seguito di alcune discrepanze rilevate nei primi rilevamenti.
5. Revisione retroattiva: chiarimenti introdotti nella Legge di Bilancio 2025
Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio per il 2025, è stata confermata la proroga al 31 dicembre 2025 delle misure straordinarie introdotte dal Decreto Aiuti. È stato inoltre specificato che i prezzari regionali aggiornati possono essere applicati in aumento o in diminuzione, rispetto alla base d’asta al netto dei ribassi, anche per i progetti in corso.
Tuttavia, la possibilità di applicare retroattivamente le nuove regole aveva generato incertezza operativa, soprattutto per le revisioni al ribasso. Si è resa necessaria, in sede di conversione del Decreto Infrastrutture, una delimitazione temporale per evitare una applicazione retroattiva che avrebbe potuto incidere negativamente sulle annualità già chiuse.
6. Il nuovo regime in vigore dal 2025
Il Decreto Infrastrutture, approvato definitivamente dal Senato con 104 voti favorevoli, si è mosso in questa direzione: a decorrere dal 1° gennaio 2025, la revisione dei prezzi potrà essere effettuata sia al rialzo che al ribasso, ma non retroattivamente.
Per le annualità precedenti al 2025, resta confermata l’applicabilità esclusiva della revisione al rialzo.
Il nuovo impianto normativo in materia di revisione prezzi segna un passo avanti verso una maggiore stabilità nei rapporti contrattuali tra imprese e pubblica amministrazione, ponendo rimedio alle inefficienze riscontrate durante la crisi dei prezzi dei materiali. Le modifiche introdotte puntano a coniugare rapidità operativa, equità contrattuale e trasparenza amministrativa, evitando al contempo distorsioni legate a un’applicazione retroattiva delle compensazioni negative.