mercoledì 25 Giugno 2025
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Superbonus 110%, detrazione ancora possibile fino al 2026 nelle aree del sisma

Mentre nel resto del Paese il Superbonus si avvia verso una fase di progressivo ridimensionamento, nelle aree del Centro Italia colpite dagli eventi sismici a partire dal 2016 si apre una finestra straordinaria di opportunità: il Superbonus 110% sarà utilizzabile anche per tutto il 2026.

La proroga, contenuta nella bozza del nuovo decreto su imprese e infrastrutture approvata il 20 giugno dal Consiglio dei Ministri, riguarda esclusivamente i territori dichiarati in stato di emergenza a seguito dei terremoti del 24 agosto 2016 e successivi. È una misura che va oltre la logica dell’incentivo fiscale: rappresenta uno strumento operativo chiave per accelerare e qualificare la ricostruzione privata in zona sismica.

110%: incentivo speciale per territori fragili

Nel cratere sismico — che interessa numerosi Comuni tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo — il Superbonus 110% resta valido nel 2026 in una configurazione molto specifica:

  • è applicabile all’importo eccedente il contributo pubblico alla ricostruzione (cioè su ciò che non è coperto dallo Stato);
  • sono confermate le due opzioni operative fondamentali: sconto in fattura e cessione del credito.

Queste due modalità sono particolarmente cruciali per le famiglie che devono ricostruire o migliorare edifici danneggiati, ma che non dispongono della liquidità per affrontare spese aggiuntive. La proroga permette quindi una pianificazione finanziaria sostenibile, salvaguardando nel contempo i livelli qualitativi e antisismici delle opere.

Un’estensione strategica finanziata in deroga

Il rifinanziamento del Superbonus per queste aree arriva attraverso una deroga alle limitazioni introdotte dal Decreto “blocca cessioni” del 2023, che aveva sostanzialmente chiuso la possibilità generalizzata di optare per sconto in fattura o cessione del credito. Proprio per questo, il Governo ha previsto una dotazione finanziaria dedicata di 100 milioni di euro, a conferma della valenza strategica della misura nei territori a rischio sismico.

Cosa significa per progettisti e imprese del settore

Per chi opera nel settore edile e tecnico, la proroga del 110% nel cratere sismico non è una semplice estensione temporale. È un’occasione concreta per:

  • intervenire su edifici danneggiati con soluzioni costruttive avanzate, integrate e performanti;
  • integrare il contributo pubblico con la leva fiscale, realizzando progetti più completi e ad alto valore aggiunto;
  • lavorare con maggiore sicurezza contrattuale, grazie alla stabilità delle opzioni di sconto e cessione;
  • investire nella digitalizzazione e progettazione BIM, valorizzando i vantaggi di una filiera corta e controllata.

Le imprese che operano nel cratere e i tecnici abilitati sono chiamati a pianificare con tempestività: l’arco temporale del 2026 rappresenta l’ultima grande finestra d’intervento con la massima agevolazione disponibile, in un contesto che richiede capacità progettuale e coordinamento con gli uffici per la ricostruzione.

Il Superbonus nelle aree sismiche: un modello di rigenerazione strutturale

L’esperienza del cratere dimostra che il Superbonus, in contesti emergenziali, può funzionare come catalizzatore per una ricostruzione di qualità. Non solo antisismica, ma anche energeticamente avanzata.

Il combinato tra contributo pubblico e incentivo fiscale ha permesso di superare la logica del “minimo tecnico” e di puntare su edifici:

  • adeguati alle norme NTC 2018 e ai criteri CAM;
  • più sicuri e confortevoli;
  • realizzati con materiali e tecnologie a bassa impronta ambientale.

L’estensione al 2026 non è quindi un semplice “rinvio”, ma un’opportunità progettuale e operativa per consolidare un modello virtuoso che potrebbe rappresentare una best practice replicabile in altre aree ad alta vulnerabilità sismica.

La proroga del Superbonus 110% nel cratere sismico per il 2026 è una misura a tempo, ma dagli effetti potenzialmente strutturali.

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