Il nuovo Piano Casa, presentato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si configura come uno strumento programmatico multilivello per affrontare con approccio sistemico il disagio abitativo sul territorio nazionale. La strategia si articola su più direttrici: dalla digitalizzazione della domanda e dell’offerta immobiliare alla riconversione del patrimonio edilizio esistente, fino alla promozione di modelli abitativi innovativi e socialmente integrati come co-housing, senior housing e housing intergenerazionale.
Una banca dati dell’Abitare per il monitoraggio del fabbisogno abitativo
Punto cardine del nuovo impianto operativo è la creazione di una banca dati nazionale dell’Abitare, uno strumento digitale interoperabile destinato a raccogliere, normalizzare e analizzare i dati sullo stato del patrimonio abitativo e sul fabbisogno territoriale. Attraverso l’incrocio di informazioni catastali, urbanistiche e demografiche, la piattaforma permetterà:
- il censimento delle unità immobiliari disponibili o sottoutilizzate;
- l’individuazione delle aree con maggiore incidenza di disagio abitativo;
- la quantificazione puntuale della domanda di alloggi pubblici e sociali.
Si tratta di un avanzamento fondamentale per superare l’approccio frammentario e reattivo che ha caratterizzato finora le politiche abitative.
Recupero, riconversione e rigenerazione urbana
L’intervento non si limita alla nuova edificazione. Il Piano privilegia infatti un modello di sostenibilità e circolarità urbana, puntando sul recupero del patrimonio edilizio esistente, la riconversione funzionale di immobili con diversa destinazione d’uso e la rigenerazione del tessuto urbano consolidato, in coerenza con gli obiettivi di neutralità climatica e riduzione del consumo di suolo.
In quest’ottica, si prevede l’attivazione di procedure semplificate per il cambio di destinazione d’uso e l’accesso a fondi vincolati per interventi su immobili dismessi, obsoleti o non più utilizzabili a fini produttivi.
Nuove forme di abitare e ruolo delle Aziende Casa
Il Piano Casa introduce inoltre modelli abitativi flessibili e ad alta densità relazionale, pensati per rispondere alle trasformazioni socio-demografiche del Paese. Le formule di co-housing (abitazioni condivise), senior housing (soluzioni per la terza età) e housing intergenerazionale (convivenze tra giovani e anziani) saranno oggetto di sperimentazioni territoriali attraverso partenariati pubblico-privato e co-progettazione con il terzo settore.
A supporto, viene delineato un nuovo assetto delle cosiddette Aziende Casa, che si trasformano da meri gestori immobiliari a soggetti territoriali attivi. Le nuove funzioni includeranno:
- l’attivazione di servizi locali a supporto delle comunità residenti;
- il monitoraggio delle situazioni di emergenza abitativa;
- l’integrazione con le politiche sociali e sanitarie locali.
Verso un’edilizia sociale evoluta
Il Piano Casa 2025 si propone dunque di traghettare il settore delle costruzioni verso una nuova stagione dell’edilizia pubblica e sociale, fondata sull’integrazione tra progettazione urbana, sostenibilità ambientale e innovazione sociale. Un cambio di paradigma che potrà offrire nuove opportunità per imprese, progettisti, enti locali e operatori del welfare urbano.