Entra in vigore dal 1° marzo un significativo aumento della ritenuta a titolo di acconto sui bonifici di pagamento delle spese agevolabili con i bonus fiscali in edilizia. La misura, delineata nella Legge di Bilancio 2024, innalza l’aliquota dal precedente 8% all’11%. Tale modifica, pur non alterando la struttura complessiva del sistema, ha scatenato una serie di critiche.
Secondo quanto stabilito dall’articolo 25 del Decreto Legge 78/2010, convertito in legge nel 2010, le banche e Poste Italiane Spa devono applicare una ritenuta d’acconto sull’imposta sul reddito dovuta dai beneficiari dei bonifici relativi a spese deducibili o detrazione d’imposta. Questa ritenuta è ora aumentata al 11%, con l’obiettivo dichiarato di allinearsi agli standard ordinari dell’ordinamento tributario.
Tuttavia numerose e forti sono le critiche riguardo a questa decisione “vessatoria” che penalizza tutta la filiera italiana dell’edilizia. Questa modifica, tra le altre cose, denuncia l’ANFIT, discriminerebbe le aziende locali rispetto a quelle estere, che non sono soggette a tale regime fiscale. Ciò avrebbe un impatto diretto sull’erosione della liquidità delle imprese italiane e, di conseguenza, sulla loro competitività sul mercato nazionale e internazionale.
Questa critica solleva interrogativi sulla politica fiscale del governo riguardo al settore dell’edilizia e sull’equità delle normative applicate alle imprese nazionali rispetto a quelle internazionali. Si attendono ulteriori sviluppi e possibili risposte in merito a questa controversa questione che ha sollevato dibattiti e preoccupazioni all’interno della comunità imprenditoriale italiana.