venerdì 4 Ottobre 2024
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Mercato dei crediti edilizi, ecco tutte le banche che accettano la cessione

Per cittadini e imprese che si ritrovano ancora con crediti edilizi che non si riescono a monetizzare, dopo aver sfruttato Superbonus o altri bonus edilizi (dall’Ecobonus al Bonus Ristrutturazione, dal Sismabonus a quello Barriere Elettroniche, ma anche Bonus Fotovoltaico, Bonus Colonnine di ricarica, etc.), la speranza si chiama “ricessione“, una operazione in cui apripista è stata Intesa Sanpaolo xche ad oggi ha liberato 7,7 miliardi messi a disposizione per nuove acquisizioni di crediti fiscali.
Si tratta del metodo adottato dalle banche per liberare capienza fiscale e fare posto a nuove operazioni ci acquisizione.
Visto che dal Governo non arrivano novità e che le alternative oggi disponibili in base alle ultime novità legislative sono davvero limitate, i riflettori restano puntati sulle poche banche che accettano crediti o che si apprestano a farlo in virtù di operazioni di “smaltimento” attuate tramite partnership.
Vediamo dunque le ultime novità a riguardo, quali banche hanno ripreso le cessioni e soprattutto per quali cedenti e con quali vincoli.
Ad oggi, sono ancora pochi gli istituti hanno riaperto o stanno lavorando per riaprire le cessioni del credito, per le vecchie pratiche oppure per le imprese: Intesa San Paolo e Sparkasse già riacquistano, Credit Agricole, UniCredit e Poste Italiane ci stanno lavorando. Tra le altre banche che si sono dichiarate propense a riaprire presto alla cessione del credito ci sarebbe anche Banco BPM.
Ci sono poi alcune piattaforme di intermediazione che mettono in contatto venditori e acquirenti, la valutazione di offerte di acquisto di bonus edilizi: Finanza.Tech, Giroconto e Innova Credit.
Intesa Sanpaolo ha riaperto il servizio di acquisizione crediti, operando sia tramite piattaforma proprietaria sia tramite quella Deloitte. Le offerte sono due: liquidità a seguito del completamento dei lavori e del passaggio del credito nel cassetto fiscale della banca; cessione credito in base all’avanzamento lavori per interventi ancora in corso.
Per liberare capienza fiscale, Intesa Sanpaolo ha avviato una serie di accordi di ri-cessione dei bonus, finalizzati a riaprire la piattaforma Deloitte per l’acquisto di crediti fiscali, sia da privati che da imprese e senza limiti di importo: tra le operazioni segnaliamo quella con l’Università Luiss Guido Carli per un valore di 60 milioni di euro, con Salcef Group (40 milioni) e Gruppo Tosto (51,5 milioni), adesso con Quellogiusto Srl per un valore di 27 milioni.
In tutto, il controvalore liberato da Intesa Sanpaolo è pari a 7,7 miliardi, con capacità fiscale già messa a disposizione. La banca sta dunque attuando una serie di significative ri-cessioni così da ampliare la capacità fiscale e fare spazio per nuove cessioni.
Il gruppo UniCredit, tramite la società veicolo EBS Finance, acquista i crediti maturati, con importo compreso tra 10mila e 600mila euro, dai propri clienti cessionari Partite IVA, per spese sostenute nel 2022. Per poter cedere i bonus, è necessario aver completato i lavori e maturato già i crediti fiscali.
L’acquisto è limitato ai crediti derivanti da sconto in fattura, quindi da artigiani e professionisti, riferiti a spese sostenute nel 2022. Il tutto a patto che chi cede il credito sia in possesso di asseverazioni, attestazioni e visto di conformità per tutte le tipologie di intervento (anche edilizia libera) oltre che il codice univoco previsto dalla normativa.
Il prezzo di acquisto dei crediti dipenderà dal tipo di bonus di cui si tratta, andando dal 70% al massimo dell’85,80% del valore nominale del credito maturato. Resta fermo che l’acquisto dei crediti per un SAL non impegna la banca ad acquistare anche i successivi.
Cassa di Risparmio di Bolzano – Sparkasse ha stanziato un plafond di 20 milioni di euro per famiglie e imprese che hanno già maturato crediti di imposta derivanti da Superbonus ed Ecobonus. L’importo minimo cedibile è di 10 mila euro, fino ad un massimo di 500 mila euro.
Tra gli operatori del settore c’è anche Finanza.Tech, che ha riaperto la sua piattaforma di cessione del credito tramite cui intermedia le offerte di importanti partner finanziari. Infine, sta per riaprire i battenti la piattaforma di Governo per lo smobilizzo crediti, con parner privati come Enel X e pubblici come Cassa Depositi e Prestiti.
Girocredito funziona come un’asta, nella quale i crediti sono venduti da privati e aziende a potenziali acquirenti privati o banche, che inseriscono la propria offerta d’acquisto e si accaparrano la transazione in base alla convenienza per il venditore.
La piattaforma Innova Credit permette di acquistare crediti edilizi certificati con uno sconto rispetto al prezzo al valore nominale, del 15% per i crediti compensabili in 4 anni e fino al 28,5% per le compensazioni in 10 anni, così che le imprese cedenti possano quanto meno recuperare lo sconto nell’ultimo anno di compensazione.
Dopo i primi segnali di riapertura nel mercato dei crediti edilizi incagliati, annunciati ad aprile sia per Cassa Depositi e Prestiti sia Poste Italiane, la situazione pare ancora paralizzata. L’amministratore delegato di CDP, Dario Scannapieco, e il condirettore generale di Poste, Giuseppe Lasco, avevano dichiarato la disponibilità a valutare ogni iniziativa di sistema per ripartire con la compravendita dei crediti incagliati all’interno della loro attività diretta ai privati. Ma ad oggi la piattaforma è ancora chiusa.
Il riferimento è in realtà al nuovo veicolo finanziario per l’acquisto dei crediti bloccati, tramite nuova piattaforma pubblico-privata che da giugno coinvolgerà anche Enel X per acquisire crediti fiscali certificati come certi, liquidi e esigibili da un primo cessionario, per poi ricederli a terzi in base al loro calendario di scadenze fiscali, per compensare o ottenere il rimborso delle imposte.
Crédit Agricole Italia ha siglato un accordo quadriennale con Gibus per la ricessione dei crediti fiscali legati al Superbonus e ad altri bonus edilizi. Grazie a un gruppo di imprese partner, la banca amplia la propria capacità fiscale, per poter poi riaprire all’acquisto di nuovi crediti.
Dopo la sospensione imposta alla cessione del credito e allo sconto in fattura, prevista dal Decreto Superbonus (DL 11/2023), sono state concesse solo alcune deroghe (ad esempio per lavori in edilizi libera con acconti pagati o accordi formali già presi al 17 febbraio), allentati i vincoli per le responsabilità delle banche e prevista la possibilità di compensare il 10% dei crediti edilizi in pancia alle imprese con BTP decennali con scadenza dal 2028.
Restano almeno 15 miliardi di crediti incagliati per le imprese, che dal 2 maggio possono scegliere di spalmare il tax credit in 1o rate annuali. E restano non cedibili i crediti dei privati, che potranno detrarli in 10 quote di pari importo in dichiarazione dei redditi, saltando un anno d’imposta.
In generale, la cessione del credito è un’operazione finanziaria in cui un soggetto (il cedente) trasferisce a un altro soggetto (il cessionario) il diritto di credito che ha nei confronti di un terzo (il debitore). In pratica, il cedente “vende” il proprio credito al cessionario, che diventa il nuovo titolare del credito con diritto a riscuotere il debito/bonus. In presso della cessione solitamente è pari al valore nominale del credito meno una commissione o percentuale.
Con riferimento alla cessione dei bonus derivanti da detrazioni fiscali, il primo beneficiario cede il bonus spettante a un privato o un istituto di credito recuperandolo subito invece che con le dichiarazioni dei redditi. Dal canto suo, l’istituto finanziario guadagna la commissione o la percentuale pattuita.
Il Governo ha introdotto nuove eccezioni al blocco della cessione dei crediti per la rimozione di barriere architettoniche, per immobili danneggiati dall’alluvione nelle Marche e dai terremoti, per gli edifici dell’IACP, ONLUS e Cooperative di abitazione e per i lavori di riqualificazione urbana.
Per la detrazione del 110% per le villette, se il 30% dei lavori è stato effettuato al 30 settembre 2022, il termine per la conclusione dei lavori è stato spostato al 30 settembre 2023.
Sullo sfondo, resta la speranza della riapertura delle cessioni operate da alcune banche e da Poste Italiane per smaltire ameno i crediti 2022 e le vecchie pratiche, liberando capacità fiscale.

 

 

 

Crediti fotografici

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