giovedì 28 Marzo 2024
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Riconvertire gli edifici in chiave smart ridurrebbe i consumi del 22%

Investire sulla riconversione e sul rinnovamento degli edifici rappresenta, nel prossimo futuro, un’importante opportunità per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e i target energetici previsti a livello europeo.
Il tema è particolarmente rilevante per l’Italia, che è ancora lontana dagli obiettivi fissati per il 2030, considerando che oltre la metà degli edifici (56%) è in classe energetica F e G.
È quindi più che mai urgente avviare la riconversione in chiave efficiente e smart: riconvertire, dove possibile e conveniente, gli edifici italiani dotandoli di tecnologie efficienti e smart consentirebbe di ridurre i consumi energetici del 20-24% all’anno e quelli idrici del 4-5%. In questo modo si taglierebbe tra il 19 e il 28% delle emissioni di CO2 del settore edilizio.
Questo avrebbe un impatto anche in termini economici: si calcola un risparmio complessivo tra i 12 e i 14 miliardi di euro (considerando 10,8-11,9 miliardi per consumi energetici e 1,6-1,8 miliardi per quelli idrici) a livello di Sistema-Paese, pari a circa il 20-22% delle spese per consumi energetici delle famiglie italiane nel 2022. Questo si tradurrebbe ogni anno in un risparmio netto complessivo pro-capite circa pari a 230 euro.
Sono i risultati del Rapporto Strategico della prima edizione della Community Smart Building, la piattaforma di confronto di alto livello avviata da The European House – Ambrosetti nel 2022 proprio con l’obiettivo di mappare la base industriale, tecnologica e di servizio collegata in Italia allo Smart Building. Il Rapporto è stato presentato ieri a Roma in occasione del Forum Finale insieme ai partner della Community: ABB, ANCE Varese, APPLiA Italia, BTicino, Celli Group, Comoli Ferrari, KONE ed MCZ.
“Come emerge dal Rapporto, investire nell’Edificio Intelligente rappresenta una priorità, sia per poter rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione, sia per cogliere tutti i benefici in termini di economici, ambientali e sociali”, sottolinea Lorenzo Tavazzi, Partner di The European House – Ambrosetti e responsabile della Community Smart Building. “Lo Smart Building rappresenta quindi uno strumento di efficienza e decarbonizzazione e allo stesso tempo è un elemento abilitante delle Smart City, che rappresentano la via di sviluppo necessaria per garantire la sostenibilità e la qualità della vita dei cittadini”.
“In questo senso, l’Italia ha competenze di eccellenza nella catena del valore estesa degli Smart Building (ad esempio per le costruzioni, il design, il materiale elettrico, ecc.); questo sviluppo può rappresentare un’importantissima opportunità industriale e di competitività per il nostro Paese. Tuttavia, per favorire questa ‘rivoluzione’ è necessario identificare gli standard associati, così da poter affermare una definizione univoca di Edificio Intelligente e un modello equilibrato e di lungo periodo di sostegno agli investimenti con una governance integrata e coordinata delle competenze di policy”.
La trasformazione degli edifici può essere messa in atto utilizzando strumenti e tecnologie correnti. L’Italia, in particolare, ha fatto notevoli progressi nello sviluppo di queste tecnologie. A dimostrarlo è l’elevata quota di brevetti sul totale europeo, che riflette l’impegno del Paese a ridurre le emissioni di gas serra e promuovere pratiche edilizie sostenibili: l’Italia nel 2021 è il terzo Paese in Europa per la quota di brevetti nelle tecnologie di mitigazione del cambiamento climatico legate agli edifici (7,4%), dietro solo a Germania (35,1%) e Francia (15,4%).
Il Report Strategico della Community Smart Building di The European House – Ambrosetti ha mappato 500 tecnologie applicabili agli edifici per sviluppare un modello di stima sui benefici ambientali, economici e sociali connessi agli edifici intelligenti. In questo modo sono state individuate 120 singole tecnologie smart.
L’operazione consente di far emergere l’interconnessione e l’interoperabilità tra le varie tecnologie come aspetti distintivi di uno Smart Building, e di comprendere, tramite il modello di stima associato, i benefici in termini ambientali, economici e sociali di ogni tecnologia. In particolare, un Edificio Intelligente si basa su tecnologie quali Building Management Systems (BMS) e applicazioni digitali e di gestione che, grazie alle piattaforme di integrazione e di controllo, sono in grado di interagire e integrarsi con le tecnologie e prodotti all’interno dell’edificio, caratterizzate nei seguenti cluster: impianti di produzione e distribuzione dell’energia, connettività, raffrescamento e riscaldamento, sicurezza, gestione della risorsa idrica, illuminazione, comfort e well-being, sensori e attuatori, elevatori e smart meter.
La Community Smart Building con il suo Rapporto ha identificato tre ambiti di policy da cui è necessario partire per avviare il percorso di riconversione efficace ed efficiente.
1. Definire gli standard per affermare una definizione univoca di Edificio Intelligente
La Community propone di definire e ampliare gli standard associati all’Edificio Intelligente, includendo anche le tecnologie smart e dimensioni chiave, così da affermare di conseguenza una definizione univoca e olistica di Edificio Intelligente, che veda l’edificio come la somma di tutte le parti coinvolte, sia le componenti esterne sia le tecnologie interne.
Inoltre, suggerisce di promuovere la determinazione della classe energetica degli edifici includendo anche gli interventi sui prodotti e sulle tecnologie che lo caratterizzano (elettrodomestici, impiantistica, illuminazione, erogatori, elevatori, ecc.) e di considerare l’integrazione delle tecnologie smart e il risparmio idrico come temi fondativi nel concetto di efficienza di un edificio e inserire nei regolamenti edilizi dei Comuni italiani fondi strutturati e con capacità di spesa per l’efficientamento idrico negli edifici.
2. Sviluppare un modello operativo per la sostenibilità degli investimenti
La Community chiede di adottare come modello operativo generale uno schema di “obblighi incentivati”, con requisiti minimi di legge associati a schemi di incentivi e misure di accompagnamento. Si propone inoltre la creazione di uno sportello unico (“one stop shop”) che guidi i cittadini nei processi di ristrutturazione e di un “Libretto di manutenzione della casa” digitale. Fondamentale sarà inoltre l’introduzione di incentivi per gli attori della filiera estesa dell’Edificio Intelligente.
3. Favorire filiere industriali ed ecosistemi dell’innovazione legati alle tecnologie smart per gli edifici
Come policy di lungo periodo, la Community Smart Building propone la creazione di un organismo di coordinamento interministeriale trasversale sui temi della transizione energetica nel settore degli edifici e di un polo nazionale sulle tecnologie dell’Edificio Intelligente, istituendo un centro di competenza e di trasferimento tecnologico.
Gli Smart Building completamente integrati sono l’elemento base per la costruzione di una Smart City che abbia come obiettivo principale una società tecnologicamente adeguata all’individuo; un individuo al centro di un ambiente sostenibile, inclusivo e socialmente avanzato, che integra servizi innovativi data driven, trasforma gli spazi, massimizzando le opportunità di scelta personale e di privacy, in ottica Società 5.0.
La massimizzazione del risultato e il contenimento degli investimenti impongono una progettazione integrata che, partendo dai materiali, attraverso impianti, devices, tecnologie e connettività basati su standard evoluti, arrivi allo sviluppo di servizi avanzati alla persona e alla comunità. In quest’ottica, tutte le considerazioni e le idee emerse nella prima edizione della Community, potranno trasformarsi in strategia, guidare un’azione e creare nel tempo valore per il Paese.

Fonte: ufficio stampa Community Smart Building di The European House – Ambrosetti

Crediti fotografici

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