venerdì 4 Ottobre 2024
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L’impatto economico del Superbonus 110% sul PIL: focus della Camera

La Camera dei deputati ha realizzato il focus “La dimensione economica del superbonus”, pubblicato lo scorso 20 marzo 2023. “In merito all’impatto economico del superbonus sul PIL nazionale”, si legge nel focus, “sono stati realizzati diversi studi, in particolare di centri di ricerca privati e associazioni di categoria, tuttavia come rilevato dall’Ufficio parlamentare di bilancio nella memoria presentata al Senato, il 3 marzo 2023, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti d’imposta, “tali analisi sono complesse e fortemente influenzate dalle ipotesi di riferimento adottate”.

Ad esempio le recenti conclusioni presentate dal Censis e dalla società Nomisma. Nel Rapporto Censis del novembre 2022 “Ecobonus e superbonus per la transizione energetica del paese” la stima, basata su un’elaborazione del Centro Studi CNI (Consiglio nazionale ingeneri) su dati Enea ed Istat, è che la misura in circa due anni di vigenza ha contribuito alla crescita del PIL per 73 miliardi di euro.

Secondo la società di ricerche di mercato Nomisma invece (21 Febbraio 2023) l’impatto economico complessivo del Superbonus 110% sull’economia nazionale sarebbe stato maggiore e pari a 195,2 miliardi di euro, con un effetto diretto di 87,7 miliardi, 39,6 miliardi di effetti indiretti, per un totale di produzione aggiuntiva attivata di 127,3 miliardi, a cui andrebbero aggiunti ulteriori 67,8 miliardi di indotto.

Nel medesimo studio si dà anche conto della ripartizione tra fasce di reddito dei contribuenti coinvolti, segnalando che il 25% di coloro che hanno già usufruito della misura presenta un reddito familiare più elevato della media (oltre i 3.000 euro al mese) e nel 23% dei casi è proprietario di una seconda casa. Sono però stati comunque 1,7 milioni gli italiani con reddito medio-basso ad aver beneficiato del provvedimento da quando è stato varato. Il profilo dei beneficiari è prevalentemente rappresentato da impiegati (nel 28% dei casi), residenti in comuni con un numero di abitanti compreso tra 40.000 e 100.000 abitanti (15%) e proprietario di un appartamento in condominio composto al massimo da 8 unità abitative (25% del totale). Nel 64% dei casi le famiglie hanno preferito rivolgersi direttamente a una impresa di costruzioni, contro il 9% di grandi player e l’8% di utilities, portando un beneficio prevalentemente a operatori di dimensione medio-piccola.

Per quanto riguarda la quantificazione economica del fenomeno, comunque rilevante, delle frodi fiscali riscontrate nell’utilizzo dei vari bonus edilizi, l’Agenzia delle entrate, nel corso dell’audizione tenutasi alla VI Commissione finanze della Camera dei deputati il 2 marzo 2023, ha segnalato che “l’attività di analisi e controllo ha consentito all’Agenzia delle entrate e alla Guardia di Finanza di individuare un ammontare complessivo di crediti d’imposta irregolari pari a 9 miliardi, di cui circa 3,6 miliardi oggetto di sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria”.

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