venerdì 29 Marzo 2024
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Ponte di Messina, edilizia sociale e rigenerazione urbana sul tavolo del nuovo Ministro delle Infrastrutture

In un’intervista rilasciata subito dopo la nomina, Salvini ha affermato che il Ponte sullo Stretto di Messina è tra le sue priorità e nel programma del centrodestra.
Già durante la campagna elettorale, Salvini sosteneva che ai siciliani costava più non farlo che farlo.
La volontà di realizzare il ponte in realtà non si è mai fermata. Lo scorso gennaio, l’allora Ministro alle Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha comunicato l’avvio dello studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina.
Il gruppo di lavoro, istituito nel 2020, ha valutato diverse soluzioni, tra cui l’opzione zero nel caso in cui fosse risultato più conveniente non realizzare il ponte. Alla fine l’ipotesi migliore è risultata il ponte a tre campate.
Sarà il nuovo Governo a definire le modalità di realizzazione del ponte che, secondo Salvini, dovrà integrarsi con l’alta velocità ferroviaria e la riqualificazione delle strade.

Non solo strade, porti, ferrovie o caserme, promette Salvini dalla sua pagina Facebook per far ripartire i cantieri da Nord a Sud.
“Sul tavolo – scrive – ci sono già 2,8 miliardi per il piano speciale per l’edilizia sociale e la rigenerazione urbana”.
“Si tratta – spiega – di 150 progetti selezionati da Messina a Brescia, da Milano a Bari, da Latina a Cuneo, da Treviso a Caserta”.
Salvini si riferisce al Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PinQua), finanziato dal PNRR e volto ad aumentare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani, migliorare l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, spesso localizzati nelle periferie.

I 159 progetti da finanziare sono stati approvati un anno fa. Le procedure con gli enti locali assegnatari delle risorse vanno avanti e, dunque, proseguiranno con il nuovo Governo.
Un’altra incognita, che dovrà presto essere svelata, è la direzione che prenderà il nuovo Codice Appalti. Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha consegnato la bozza al Governo, ma il nuovo Esecutivo potrebbe richiedere degli aggiustamenti.
La legge delega per la revisione del Codice, in vigore dallo scorso luglio, ha individuato 31 princìpi guida che il nuovo Codice Appalti dovrà seguire per garantire la realizzazione delle opere in tempi brevi, senza contenziosi e senza che gli effetti della crisi mettano in difficoltà le imprese.
Il nuovo Codice sarà orientato alla massima semplificazione e non ci saranno linee guida attuative. Alcuni aspetti, come l’apertura all’affidamento di incarichi gratis in casi eccezionali e la riduzione dei livelli di progettazione, hanno suscitato qualche perplessità.
Con Matteo Salvini al Mims ci si può aspettare che l’iter verso la semplificazione proseguirà. Ricordiamo che nel 2019 Salvini, che all’epoca rivestiva la carica di vicepresidente del Consiglio, propose la totale sospensione del Codice per due anni. La sospensione venne poi soppiantata da una serie di semplificazioni transitorie.
Le semplificazioni del Codice sono continuate anche dopo e motivate con la necessità di realizzare in tempi brevi le opere del PNRR.
Partendo dal presupposto che una semplificazione applicativa è necessaria, resta da capire che forma prenderà il nuovo Codice.

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