venerdì 9 Maggio 2025
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50 milioni agli enti piccoli e svantaggiati. Il Csel: risorse per il 91% al sud

Il 30 marzo scorso è stato ripartito un fondo da 50 milioni di euro, istituito dalla legge di bilancio 2022. La distribuzione delle risorse, proporzionale alla popolazione residente negli enti coinvolti, ha portato il 91% dei fondi al Sud e nelle Isole, che hanno assorbito poco meno di 45,4 milioni di euro. Seguono i 96 enti delle regioni centrali, con 4,2 milioni e i 32 comuni settentrionali che hanno ricevuto 334mila euro. E’ quanto emerge dal dossier ‘Risorse piccoli comuni svantaggiati’ del Centro studi enti locali, realizzato per l’Adnkronos, basato sui dati diffusi dal Viminale.
La regione con la maggiore concentrazione di questi piccoli comuni “in affanno” dal punto di vista demografico e sociale è la Calabria che, con 218 enti, ha ottenuto globalmente più di 11 milioni di euro (22% del totale). Seguono Campania e Sicilia, rispettivamente con 185 e 135 comuni, che hanno avuto oltre 9 milioni di euro ciascuna. Circa 4,7 milioni sono andati ai 108 enti sardi inseriti nell’elenco mentre gli 83 comuni abruzzesi e i 69 enti laziali sono beneficiari, rispettivamente, di 3,1 e 3,5 milioni di euro.
A seguire troviamo: la Basilicata, con 60 comuni beneficiari del fondo a cui sono andati 3 milioni e 67mila euro, il Molise con 56 (1.813.680 euro), la Puglia con 38 (2,3 milioni) e le Marche con 18 (383mila euro). E ancora, il Piemonte (13 comuni e circa 100mila euro), la Liguria (11 comuni, 154mila euro), Lombardia e Toscana (entrambe con 6 comuni che si sono visti assegnare, nell’ordine, 40mila e 300mila euro) e l’Umbria (3 comuni, 83 mila euro). Chiudono il cerchio il Veneto e l’Emilia-Romagna, entrambi con una sola amministrazione ciascuno: Villanova Marchesana, in provincia di Rovigo, cui sono state destinate circa 27mila euro e Casteldelci, in provincia di Rimini, con 12mila.
Al di là della conferma del tristemente noto divario Nord Sud in termini di capacità attrattiva dei territori, redditi medi e in generale di opportunità, soprattutto nei piccoli centri, questi numeri raccontano anche grandi squilibri all’interno delle medesime regioni. Basti pensare al caso Sicilia che ha 56 comuni del messinese in questo elenco e solo uno del ragusano, 2 del siracusano e 5 del trapanese. Analoga anche situazione campana che vede solo 3 comuni nel napoletano inclusi contro i 54 di Avellino e i 63 della provincia di Salerno.
Non molto diverso il quadro pugliese che vede province come Barletta-Andria-Trani e Brindisi completamente estranee alla lista, altre toccate in modo estremamente marginale (Taranto e Bari, con un comune ciascuno), mentre in altre sembrano esserci sacche importanti di piccoli comuni in condizioni di svantaggio: in primis il foggiano con 26 enti e, a seguire, Lecce con 10. Nel Lazio la provincia che versa nella situazione più critica sembra essere Frosinone, con 33 piccoli comuni beneficiari del fondo, contro i 13 di Roma e Rieti, gli 8 di Viterbo e i 2 di Latina.

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