venerdì 26 Aprile 2024
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Superbonus per gli alberghi, in arrivo le regole

Prendono finalmente consistenza il superbonus dell’80% e il contributo a fondo perduto per la riqualificazione delle strutture ricettive. Una bozza di decreto circolata negli ultimi giorni delinea requisiti e regole per la fruizione di questi incentivi finalizzati a migliorare la qualità dell’offerta ricettiva in coerenza con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Destinatari delle misure sono gli alberghi, gli agriturismi, le strutture ricettive all’aria aperta, le imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici, i parchi tematici.
La bozza di DM individua due strumenti:
– un credito di imposta dell’80% delle spese sostenute per la realizzazione di interventi di riqualificazione delle strutture;
– un contributo a fondo perduto di massimo 40.000 euro fruibile anche indipendentemente dal suddetto credito di imposta, incrementabile per ulteriori specifici obiettivi.
Il ‘superbonus dell’80%’ per alberghi e strutture ricettive è stato annunciato a giugno scorso dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia. Il ministro affermò che avrebbe avuto le stesse regole del 65% e sarebbe stato valido anche per arredi e illuminazione. “Invece di fare una pigna di carte, basterà un foglio solo” – spiegava il ministro.
Le due misure – credito d’imposta e fondo perduto – sono state illustrate un mese e mezzo fa dal ministro Garavaglia e dalla sottosegretaria alla Transizione ecologica Vannia Gava, a Pordenone.
Secondo la bozza, il contributo a fondo perduto di massimo 40.000 euro può essere aumentato:
– fino ad ulteriori 30.000 euro, qualora l’intervento preveda spese per la digitalizzazione e l’innovazione delle strutture in chiave tecnologica ed energetica di almeno il 15% dell’importo totale dell’intervento;
– fino ad ulteriori 20.000 euro, qualora l’impresa o la società sia composta da donne e/o da giovani tra i 18 anni e 35 anni;
– fino ad ulteriori 10.000 euro, per le imprese la cui sede operativa è ubicata nelle regioni del Sud: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Il contributo a fondo perduto non può superare 100.000 euro, mentre il credito di imposta dell’80% è utilizzabile esclusivamente in compensazione ed è cedibile.
Le spese ammissibili sono quelle per:
– incremento dell’efficienza energetica e riqualificazione antisismica;
– eliminazione delle barriere architettoniche;
– manutenzione straordinaria, restauro e di risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia;
– realizzazione di piscine termali e relative attrezzature e apparecchiature;
– digitalizzazione.
Tra le spese ammissibili ci sono quelle per la progettazione. Il progetto deve però rispettare i principi della ‘progettazione universale’ di cui alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, stipulata a New York il 13 dicembre 2006, recepita in Italia con la Legge 18 del 3 marzo 2009.

La bozza prevede che, per le spese ammissibili, sia possibile fruire anche del finanziamento a tasso agevolato a valere sul ‘Fondo nazionale per l’efficienza energetica’ di cui al DM del 22 dicembre 2017, a patto che almeno il 50% di tali costi sia dedicato alla riqualificazione energetica.
È indicata la dotazione finanziaria delle misure: 500 milioni di euro (100 milioni per il 2022, 180 per ciascuno degli anni 2023 e 2024, 40 milioni per il 2025) a valere sulla misura 4.2 M1C3 del PNRR sugli interventi che partiranno dopo l’entrata in vigore di questo DM, e 480 milioni di euro (180 milioni per il 2020, 200 milioni per il 2021 e 100 milioni per il 2022), a valere sul Decreto Agosto (DL 104/2020), per gli interventi conclusi prima dell’entrata in vigore del DM.
Infine, il testo preannuncia il Bando, che il Ministero del turismo pubblicherà entro 30 giorni dopo l’entrata in vigore del DM, che conterrà le modalità applicative per l’erogazione degli incentivi.
Contestualmente a questi aiuti, il Ministero del turismo aggiornerà, entro il 31 marzo 2025, gli standard minimi, uniformi in tutto il territorio nazionale, dei servizi e delle dotazioni per la classificazione delle strutture ricettive e delle imprese turistiche, compresi i condhotel e gli alberghi diffusi, tenendo conto delle specifiche esigenze connesse alle capacità ricettiva e di fruizione dei contesti territoriali e dei sistemi di classificazione alberghiera adottati a livello europeo e internazionale.

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