venerdì 11 Ottobre 2024
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Le strade più pericolose d’Italia sono nel sud della Sardegna e in Puglia

(Nota di TGCOM24)

Meno veicoli su strada a causa del covid e incidenti in calo lo scorso anno, eppure su alcune strade le cose sono andate peggio…

Nel 2020, sulle strade italiane, si sono registrati 118.298 incidenti con lesioni a persone, che hanno causato 2.395 morti e 159.248 feriti. Sono i dati principali che ACI e Istat hanno diffuso sullʼincidentalità stradale, che mostrano però una situazione di contrasto fra provincia e provincia e fra le strade più trafficate nel nostro Paese, che in alcuni casi hanno aumentato il triste tributo di vittime.

È una sorpresa amara, perché il lockdown e i lunghi mesi di mobilità limitata hanno ridotto il numero di incidenti. In effetti ben 37 province sono risultate virtuose, in linea cioè con gli obiettivi dellʼUE per ridurre il numero delle vittime, mentre in 17 altre province si è registrato un aumento dei decessi: i 30 morti del Sud Sardegna (+76,5%), i 22 della BAT provincia (Barletta-Andria-Trani, 120%) e i 12 di Oristano (+140%) segnalano il brutto primato. Peraltro con i dati delle due province sarde di Oristano e Sud Sardegna, è proprio lʼisola l’unica regione in Italia che vede un numero di morti sulla strada superiore rispetto all’anno precedente.

La provincia più virtuosa è quella di Aosta (al tempo stesso anche regione), dove non si è registrato alcun decesso per incidente stradale. Bene anche Vibo Valentia con due morti e Gorizia con tre.

Le 5 regioni dove si sono avuti cali apprezzabili nel numero dei decessi sono: Valle d’Aosta, Calabria, Basilicata, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia. Incidenti in calo anche nelle province lombarde, con Milano, Como, Monza e Brianza (-41%), Bergamo (-39%), Pavia (-38%). Il capoluogo è anche la città (fra le grandi) che ha visto contrarsi di più il numero di decessi (32 in meno), poi Venezia -31, Padova -28, Roma -27 e Torino -26.

Chiuso il decennio 2011/2020, l’Italia ha visto una riduzione delle vittime sulla strada pari al 41,78%, non raggiungendo quindi l’obiettivo del 50% fissato dall’Unione Europea. Si tratta comunque di un risparmio di 7.700 vite umane nell’arco dei 10 anni. C’è da dire però che 37 province e 5 regioni l’hanno raggiunto l’obiettivo 2020, mentre in 16 province l’indice di mortalità (morti ogni 100 incidenti) è più del doppio del dato medio nazionale. Insomma cʼè ancora molto su cui lavorare, e le nuove frontiere della sicurezza stradale ‒ monopattini elettrici, cinghiali, ecc. ‒ ci spingono a fare di più e meglio!

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