La riforma del Codice appalti un provvedimento in Decreto legge che andrà in G.U., in una analisi di oggi apparsa a firma di Giorgio Santilli su Edilizia e Territorio.
Il decreto legge sblocca-cantieri è pronto per andare alla bollinatura della Ragioneria e poi al Quirinale per la firma. Dal testo definitivo messo a punto dal governo – Palazzo Chigi e ministeri interessati a partire da Mef e Mit – in attesa di questi due passaggi, si conferma l’intervento di riforma radicale del codice degli appalti, con la modifica di ben 32 articoli – molti di questi con l’intervento su numerosi commi – sui 220 del codice.
Le difficoltà maggiori, a due settimane dall’approvazione, sembrano ormai alle spalle. «A ore – ha confermato il viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi – il provvedimento andrà in Gazzetta ufficiale». Il decreto legge si è notevolmente allungato, ora sono trenta articoli, per l’inserimento delle norme sulla ricostruzione post-terremoto.
Intanto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso dell’inaugurazione della 58a edizione del Salone del Mobile a Milano ha annunciato ieri l’imminente arrivo del decreto sulla centrale di progettazione, uno dei provvedimenti chiave del governo per modificare la governance del settore dei lavori pubblici, in particolare sul fronte critico della progettazione.
«Tra qualche ora – ha detto Conte – firmerò il decreto per sbloccare la Centrale di progettazione. Una pattuglia di esperti di ingegneri e architetti a disposizione di tutti gli enti locali, soprattutto quelli più piccoli che hanno difficoltà nella progettazione».
I pilastri dell’intervento sul codice si confermano in pieno. Si alza la soglia massima dei lavori subappaltabili al 50%, con la scelta lasciata alle stazioni appaltanti. Si danno diciotto mesi di tempo per mettere a punto un regolamento che superi linee guida Anac e altri provvedimenti ministeriali attuativi del codice come conosciuti in questi due anni.
Si accantonano per gli appalti sottosoglia le gare con l’offerta economicamente più vantaggiosa ma i meccanismi di esclusione e calcolo delle medie – garantisce Rixi – «eviteranno di tornare al massimo ribasso».
Confermati i commissari con ampi poteri in deroga alla legislazione ordinaria (compreso il codice degli appalti), a decidere le opere da commissariare sarà un Dpcm, ma la lista dovrebbe essere resa nota in tempi rapidi. In quell’elenco anche i commissari. Resta un confronto nel governo su quanti e quali commissari, per quante opere. Si rafforza però l’ipotesi di un commissario unico per tutte le opere di Ferrovie (Rfi) e di un commissario per quelle di Anas che saranno anche le due stazioni appaltanti più interessate ai commissariamenti.
Il decreto legge si è arricchito di un articolo, fortemente voluto dalla Lega e interamente dedicato alla «rigenerazione urbana». Di fatto, prevede che le Regioni possano introdurre deroghe ai limiti di distanza tra gli edifici per interventi volti a «promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate» e a «favorire la rigenerazione del patrimonio edilizio». Si tratta del superamento di un vincolo che finora ha sempre frenato gli interventi di demolizione e ricostruzione nelle città.